Brevemente facciamo memoria della storia della nostra comunità e di coloro che hanno servito prima di noi la porzione del popolo di Dio in questa parte della chiesa di Bologna, per inserirci progettualmente nel suo cammino verso il Regno.
Il 4 ottobre 1961, festa di s. Petronio, viene eretta canonicamente la parrocchia di S. Giovanni Bosco. Il 26 novembre 1961 inizia il ministero pastorale di d. Guido Zanoni con la celebrazione dell’Eucaristia nel garage di casa Macciantelli in via Massa Carrara. Viene avviata anche la costruzione del primo stabile destinato ad abitazione della comunità salesiana e oratorio, oggi sede della scuola materna. I lavori di questo primo lotto terminano nell’autunno del 1963. Il 14 aprile del 1963, festa di Pasqua, d. Gavinelli celebra la prima s. messa nel salone della nuova costruzione. Il 23 novembre del 1963 vi si insedia la prima comunità salesiana. L’ 8 dicembre, con decreto arcivescovile del cardinale Giacomo Lercaro, la parrocchia viene affidata ufficialmente ai Salesiani: primo parroco viene nominato d. Guido Zanoni, che è insediato il 4 aprile 1964. Lo stesso giorno a Roma il Papa Paolo VI benedice la prima pietra della erigenda nuova chiesa. La stessa viene posata in 23 maggio dall’ arcivescovo. Il 17 marzo 1968 l’ Arcivescovo di Bologna monsignor Antonio Poma si reca in visita pastorale nella parrocchia S. G. Bosco e il 2 febbraio 1969 benedice la nuova chiesa. In essa trovano degna collocazione il crocifisso in bronzo di Luciano Minguzzi, il tabernacolo, la croce astile e le suppellettili di fra Costantino da Pavia (del Beato Angelico di Milano), gli stendardi della canonizzazione di d. Bosco del Crida e la via crucis lignea di Luigi Riva s.d.B. Oggi anche due quadri del seicento bolognese (di Sirani e di Faccini) con ancone del settecento un crocifisso del settecento, una Maria Ausiliatrice in legno di Riva e il monumentale organo del Tamburini, già collocato nell’auditorium Pium a Roma. La chiesa è consacrata il 12 aprile 1969 dal cardinal Antonio Poma, Arcivescovo di Bologna. Salesianamente la nostra comunità ha mosso i primi passi come oratorio di ragazzi che si ritrovano in un prato insieme ad alcuni salesiani. Cammin facendo si è arricchita delle necessarie strutture pastorali ed educative fino all’attuale sviluppo: chiesa, casa della comunità salesiana e uffici parrocchiali, scuola materna, oratorio e palestra.
La nostra parrocchia fa parte territorialmente del quartiere Savena (Mazzini - S. Rufillo) e specificamente della zona Mazzini. E’ situata nell’estrema periferia di Bologna ai confini con il comune di S. Lazzaro. Dal punto di vista ecclesiale fa parte del vicariato Sud-Est. Il contesto è quello di una popolazione il cui insediamento è relativamente recente (fine anni ’60-’70). Nonostante un certo calo demografico è ancora numerosa la fascia di adolescenti e giovani. Il quartiere è privo di povertà diffusa ed ha un discreto livello economico: le famiglie risultano prevalentemente di ceto medio pur con delle differenziazioni. Nel territorio parrocchiale in senso stretto non vi sono rilevanti presenze con problemi di tipo economico e di emarginazione sociale, però l’Oratorio è un polo d’attrazione anche per ragazzi e giovani provenienti da zone della città segnate da un certo malessere sociale e la parrocchia è riferimento per poveri, emarginati ed extracomunitari non residenti. Un dato significativo della nostra parrocchia rileva che la media dei componenti per famiglia è di 2,3 ca. Tanti nuclei sono composti dai due coniugi soltanto o da uno solo dei due, anziani (in questo computo non rientra il Giovanni XXIII°, che costituisce un discorso a sé).
La parrocchia S. Giovanni Bosco è realtà complessa nelle sue componenti e nelle sue attività pastorali. E’ molto difficile descriverla con dati statistici esatti, sia per la mobilità di una certa fascia di abitanti, sia per la mancanza di strumenti di rilevazione adeguati, sia per la fluidità del riferimento di tante persone (appartenenti territorialmente alla nostra parrocchia che frequentano altre parrocchie e viceversa). Perciò l’attendibilità statistica dei dati è di volta in volta variabile. Ma globalmente risultano comunque significativi.
Guardando alla nostra comunità parrocchiale dobbiamo tenere presente che il 15-20% della popolazione partecipa regolarmente all’Eucaristia domenicale, il 20-25% qualche volta all’anno, una percentuale non precisabile a Natale e Pasqua e il 40% quasi mai. Questo ci dice grossomodo la composizione della nostra comunità parrocchiale in ordine al senso di appartenenza alla stessa. E’ importante avere presente questo fatto per progettare un piano pastorale che riguardi tutta la comunità parrocchiale, altrimenti si rischia di identificarla con la percentuale dei partecipanti stabili all’Eucaristia domenicale.
Conosciamo ora la nostra parrocchia guardando le varie iniziative pastorali con occhiali particolari a due lenti: la formazione e il servizio (che equivalgono a crescita nella fede e nella carità).
Queste sono occasioni per tutti coloro che vi partecipano di formazione umana. Dagli operatori pastorali e dalle varie situazioni dipende che siano anche occasioni di formazione cristiana. Da parte degli operatori sono anche un servizio rivolto a tutti, e quindi anche un esempio e prospettiva di impegno possibile per tutti.
Queste iniziative vedono di fatto la partecipazione prevalente di parrocchiani che frequentano regolarmente l’Eucaristia domenicale, ma sono proposta per tutti di crescita nella fede e nel servizio.
Queste realtà offrono ai componenti momenti di formazione e crescita nella fede ed esperienze di servizio commisurate all’età dei componenti e alle caratteristiche del gruppo o associazione. È quindi di estrema importanza che ognuna di queste realtà, gruppi o associazioni si interroghi all’inizio di ogni anno pastorale sul cammino fatto e da fare in ordine agli obiettivi generali ("dove andiamo") e agli itinerari ("per quale strada"). Compito del C.P.P. e dell’Assemblea Parrocchiale sarà verificare e programmare il cammino dei destinatari delle iniziative dei punti 1 e 2.
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