Progetto Educativo Pastorale

IL PROGETTO

DOVE ANDIAMO


Obiettivo primario dell’azione pastorale della comunità parrocchiale è portare i fedeli all’incontro con Gesù Cristo unico Salvatore del mondo nella Parola di Dio, nell’Eucarestia e nella carità. Nella celebrazione Eucaristica, fonte e culmine di tutta la vita cristiana, questo avviene al livello più alto e sublime: "la Chiesa vive dell’Eucaristia, questa verità non esprime soltanto una esperienza quotidiana di fede, ma racchiude in sintesi il nucleo del mistero della Chiesa. Con gioia essa sperimenta in molteplici forme il continuo avverarsi della promessa Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo (Mt 28,20)". (Ecclesia de Eucaristia).

Solo attraverso l’ascolto della Parola, attraverso l’Eucarestia fonte e culmine della vita del credente e della comunità, nonché l’attenzione ai fratelli e l’esercizio della carità, si realizza pienamente l’esperienza cristiana personale e comunitaria.


PER QUALE STRADA


  1. Il raggiungimento di questi obiettivi mette in evidenza la necessità di potenziare la Scuola della Parola e l’attività di catechesi ad ogni livello, e di favorire la partecipazione convinta, attiva e responsabile a celebrazioni eucaristiche liturgicamente sempre più vive.
    Occorre approfondire il significato della celebrazione eucaristica per trovare all’interno delle norme liturgiche il modo di rendere più attuali e vive le celebrazioni. Occorre quindi predisporre itinerari educativi capaci di istruire e consapevolizzare la Comunità sulle innumerevoli grazie e benefici spirituali che scaturiscono dalla Celebrazione Eucaristica, che va vissuta non da spettatori, ma da protagonisti imparando ad offrire la propria quotidianità insieme al presbitero che offre il Pane ed il Vino a nome di tutta la Chiesa. Per ogni battezzato la domenica, culmine della settimana, ha il suo cuore nella partecipazione all’Eucarestia, da vivere non solo per ubbidire a un precetto, ma come bisogno di una vita cristiana veramente consapevole. La celebrazione eucaristica domenicale deve far crescere i fedeli, mediante l’ascolto della Parola e la comunione al corpo di Cristo, in modo tale che possano uscire dalla chiesa con un animo apostolico aperto alla condivisione, alla carità, e pronto a rendere testimonianza della fede e della speranza che abita in loro. La Liturgia dovrà essere celebrata con grande attenzione: si preparino canti coerenti ai tempi dell’anno, si formino animatori e lettori preparati, il clima sia sempre gioioso ed accogliente. Altri centri privilegiati di incontro con Gesù sono il Triduo Pasquale, l’ Adorazione Eucaristica domenicale, la Scuola della Parola, le Liturgie penitenziali, la visita al SS. Sacramento, ecc. che devono essere proposti calorosamente come punti fondanti lo sviluppo di una testimonianza fattiva ed operosa della Carità a cui occorre dedicare più risorse con un più diffuso coinvolgimento umano.
  2. La Parrocchia, "famiglia di famiglie", intende dare spazio a tutta la pienezza teologica del matrimonio-sacramento, che deve rendere la coppia protagonista a pieno titolo della vita comunitaria, e intende riconoscere il ruolo ecclesiale specifico della coppia di sposi e della famiglia. La famiglia, chiesa domestica, è la prima responsabile dell’educazione, e in particolare dell’educazione alla fede dei giovani. Solo nella famiglia si può fare esperienza di quella donazione reciproca senza la quale non si può costruire la comunità cristiana. Esiste una dimensione ministeriale della famiglia che si fonda sul sacramento del matrimonio. La famiglia è il luogo privilegiato dell’esperienza della carità e della trasmissione di fede.
    La famiglia da oggetto delle cure pastorali deve diventare il soggetto attivo dell’evangelizzazione. Un impegno pastorale ancor più generoso, intelligente e prudente, sull’esempio del Buon Pastore, è richiesto nei confronti di quelle famiglie che - spesso indipendentemente dalla propria volontà o premute da altre esigenze di diversa natura - si trovano ad affrontare situazioni obiettivamente difficili”. Esse, divise per ragioni di lavoro, di migrazione, di ideologia di problemi interni …, devono essere fortificate nella fede e sostenute nella vita cristiana” (Familiaris consortio).
  3. La famiglia sia oggetto di attenzione particolare da parte della comunità cristiana. Si curi nei giovani e nei fidanzati la preparazione al matrimonio, si progetti un cammino di accompagnamento per le giovani coppie, si costituiscano gruppi di spiritualità familiare, si coinvolgano i genitori nel cammino di catechesi dell’iniziazione cristiana e nelle iniziative oratoriane; si promuovano incontri per la catechesi battesimale; si incrementi la “ Scuola Genitori “ e si sostenga l’attività dei consultori familiari di ispirazione cattolica presenti sul territorio, a servizio della vita e delle famiglie in difficoltà. Nei loro confronti dobbiamo creare un clima di fraternità e accoglienza, aiutandone i componenti a riprendere il loro cammino nella chiesa e a vivere cristianamente la loro difficile situazione. Si colga l’occasione del battesimo e della catechesi dei figli per un maggiore coinvolgimento. Si invitino a svolgere un servizio ecclesiale, a fare parte di una realtà parrocchiale e a partecipare a momenti della vita parrocchiale.
  4. L’ orientamento vocazionale di tutti i fedeli alla testimonianza dell’amore è espressione fondamentale del nostro essere Chiesa. L’orientamento vocazionale è l’obiettivo essenziale di ogni itinerario educativo. Costituisce il coronamento del processo di maturazione umana e cristiana del giovane. Questa dimensione è parte integrante della pastorale giovanile. E’ importante verificare continuamente la qualità e l’efficacia vocazionale dei cammini di educazione alla fede attivati con i giovani. La preparazione al matrimonio e alla formazione di una famiglia cristiana deve avere ampio spazio all’interno di un generale orientamento vocazionale. Occorre promuovere in realtà un’autentica cultura vocazionale, con un’attenzione complessiva a tutte le vocazioni e attraverso un itinerario completo e articolato: la vita come vocazione, la vocazione in Cristo, le molteplici vocazioni nella Chiesa, la propria personale vocazione. La comunità parrocchiale intende promuovere la vocazione laicale per cui tutti i battezzati, in forme diverse e secondo la diversità dei carismi, sono chiamati a svolgere il proprio ministero. In forza del battesimo, essi, in comunione con le altre realtà ecclesiali, sono pienamente corresponsabili della missione evangelizzatrice della Parrocchia, portando il proprio contributo di idee e l’esperienza della loro vita, ed animando evangelicamente le realtà secolari. Dal livello della cultura vocazionale che cementa e consolida la Comunità nella fede si pongono le basi per l’orientamento vocazionale alla vita consacrata e sacerdotale che è frutto eccellente dell’itinerario educativo cristiano.
  5. Una cura particolare dev’essere dedicata alla formazione degli animatori della pastorale degli adulti: animatori per la catechesi pre-battesimale, per i gruppi dei fidanzati e per le giovani coppie; catechisti per i gruppi di catechesi degli adulti e animatori per la terza età (è necessario in generale che si sviluppino una particolare sensibilità e una viva attenzione per i problemi degli anziani). Sono da far crescere animatori dei gruppi di impegno degli adulti per l’azione culturale ed educativa, sociale e politica, missionaria e caritativa. Sono infine da curare animatori per la liturgia e per il canto e per le varie forme di ministerialità.. In particolare: preghiera per le vocazioni promozione di una cultura vocazionale comunità aperte ed accoglienti accompagnamento personale protagonismo giovanile itinerari vocazionali specifici costituzione durante l’estate e tempi forti del “gruppo ricerca” per quei ragazzi e ragazze aperti e disponibili ad un cammino di discernimento vocazionale Si dia maggiore sistematicità e visibilità ad un discernimento vocazionale laicale per i ministeri istituiti, ordinati e di fatto (catechisti, operatori caritas, animatori, ecc). Inoltre sarà utile, nelle dinamiche vocazionali, l’azione di sostegno delle Associazioni dei Cooperatori ed Ex Allievi/e portatrici delle spiritualità e sensibilità salesiana nel mondo.
  6. Alla base dell’intera attività pastorale vi è la missionarietà. Non ci si riferisce qui principalmente alle missioni ad gentes (anche se la presenza di gruppi missionari in parrocchia contribuisce in modo determinante a tenere viva l’urgenza e la tensione della dimensione missionaria), ma alla convinzione che la missione è un impegno da realizzare anzitutto nel nostro territorio. Occorre formare una comunità aperta che annunci a tutti gli uomini, con la parola e soprattutto con la testimonianza, la gioia della salvezza in Cristo risorto. “Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (GV 6, 68: era il titolo delle Missioni al popolo della nostra Parrocchia nel 2000, che sottolineava la sete consapevole ed inconsapevole di Cristo, che è in ogni cuore). Anche oggi la nostra Parrocchia deve costantemente vivere una pastorale caratterizzata da un forte slancio missionario. Oggetto particolare della nostra tensione missionaria sono le persone sofferenti: “Chi ha ben radicato nella sua anima il vangelo della sofferenza e della speranza arriva sempre ad annunciarlo a color che ne hanno bisogno” (Card. Biffi).
  7. 4) Questa prospettiva impone una serie di condizioni atte a sviluppare : Una accoglienza gioiosa nelle liturgie e nelle strutture parrocchiali in generale (canonica, oratorio, P.G.S., Scuola Materna, Festa Comunità, ecc.) Un ambiente di incontro ed amicizia aperto ed accogliente, che aiuti a colmare il vuoto di valori e la solitudine in cui molti vivono (lontani) per portarli a ritrovare Cristo. La valorizzazione della caritas parrocchiale per la sensibilizzazione della comunità alla condivisione nei confronti dei poveri e chi è nel bisogno (emarginati, immigrati di ogni provenienza). Un orientamento di vita improntato all’essenzialità, alla giustizia e al rispetto delle diversità, pur nella chiarezza dell’identità e dell’annuncio cristiano. La valorizzazione dei due gruppi missionari per l’animazione della comunità parrocchiale a questi valori. L’ impegno di volontari per l’accompagnamento degli ammalati e la loro formazione spirituale e missionaria.
  8. La parrocchia “D. Bosco” propone un cammino di incontro con Cristo secondo la spiritualità salesiana, espressione del carisma di don Bosco, dono di Dio alla sua chiesa. Specifico di tale spiritualità è l’attenzione ai giovani e la passione educativa. Secondo la tradizione salesiana, la parrocchia d. Bosco concretizza tale passione nella pratica del Sistema Preventivo e attraverso l’Oratorio-Centro Giovanile. Per la realizzazione dell’originalità della proposta salesiana, opera attivamente il Consiglio dell’oratorio, diretto dal salesiano incaricato dell’oratorio-centro giovanile, e composto da responsabili di gruppo e attività. Il Consiglio si raduna per vivere momenti comunitari di riflessione e preghiera, per realizzare la programmazione annuale (in sintonia con il piano pastorale parrocchiale), per coordinare l’animazione dei gruppi e delle associazioni, e per verificare il cammino compiuto.
  9. È importante far crescere i giovani come laici impegnati, affidando loro impegni e responsabilità di educazione e evangelizzazione. La pastorale giovanile della Parrocchia promuove e cura la crescita di numerosi animatori per l’educazione alla fede di ragazzi e giovani e l’appartenenza al Movimento Giovanile Salesiano. L’obiettivo della scoperta della vocazione e della maturazione personale del giovane verrà raggiunta creando un ambiente educativo in cui circolino valori condivisi e rispettati; promovendo il dialogo, il confronto e lo sviluppo del senso critico entro la cultura di oggi; e attraverso l’offerta di occasioni di impegno e di partecipazione nella corresponsabilità. Occorre inoltre curare le attività del tempo libero, promovendo attività musicali, sportive e ricreative come concorrenti alla crescita integrale dei giovani, in stretta relazione con un progetto educativo fondamentale e con le proposte del cammino di fede. L’assunzione di responsabilità nell’area del disagio e dell’emarginazione giovanile da parte dei giovani dell’O.CG. sarà il frutto della loro maturità umana e cristiana. Strumento valido di presenza sul territorio è l’ apertura alla collaborazione con tutte le forze educative presenti sullo stesso. La proposta di fede deve costituire l’orientamento ultimo di ogni attività oratoriana, pur nel rispetto della libertà personale. Strumento di particolare importanza è la formazione degli animatori della pastorale giovanile.

OBIETTIVI

ANNO PASTORALE 2003 - 2004


4° DECENNALE EUCARISTICA

DALL’EUCARESTIA LA CHIESA
  1. Vogliamo rinnovare la nostra comprensione e partecipazione alla S. Messa domenicale e il nostro amore a Gesù presente nell’ Eucaristia. Di ogni iniziativa e incontro metteremo in rilievo la dimensione eucaristica.
  2. Vogliamo rinnovare la nostra attenzione alla famiglia, rendendola chiaramente visibile nei momenti comunitari, sia liturgici che di altro genere, e all’interno delle strutture parrocchiali (specie in oratorio centro giovanile). Ripensiamo un piano organico di educazione familiare (specie di educazione al matrimonio).

OBIETTIVI

ANNO PASTORALE 2004 - 2005


(in preparazione)

OBIETTIVI

ANNO PASTORALE 2005 - 2006


Famiglia, alzati e cammina

Nell'Eucarestia, la nostra famiglia

Ci prepariamo con la chiesa di Bologna al Congresso Eucaristico Diocesano nella consapevolezza che l'Eucaristia è origine e alimento di ogni famiglia e riunisce tutte le famiglie nell'unica famiglia di Dio. Alla luce di questo rileggiamo quanto abbiamo scritto nel nostro P.E.P.:

La Parrocchia, "famiglia di famiglie", intende dare spazio a tutta la pienezza teologica del matrimonio-sacramento, che deve rendere la coppia protagonista a pieno titolo della vita comunitaria, e intende riconoscere il ruolo ecclesiale specifico della coppia di sposi e della famiglia. La famiglia, chiesa domestica, è la prima responsabile dell'educazione, e in particolare dell'educazione alla fede dei giovani. Solo nella famiglia si può fare esperienza di quella donazione reciproca senza la quale non si può costruire la comunità cristiana. Esiste una dimensione ministeriale della famiglia che si fonda sul sacramento del matrimonio. La famiglia è il luogo privilegiato dell'esperienza della carità e della trasmissione di fede. La famiglia da oggetto delle cure pastorali deve diventare soggetto attivo dell'evangelizzazione.


MEZZI:

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