Libro con molte
recensioni, ma a
volte in
contraddizioni tra
loro. Più che la
trama è importante
il titolo: Marco
Carrera, il
personaggio
principale, è come
un ‘colibrì’. Da
definizione: ‘..il
colibrì, in natura,
è chiamato anche
uccello mosca, è
l’uccello più
piccolo esistente in
natura, la cui
lunghezza varia dai
6 cm in su.
Nonostante sembri
fragile, si dimostra
forte, perché
resiste anche a
basse temperature,
in uno stato come di
ibernazione. È
agile, con ottime
capacità di volo,
perché è in grado di
stare sospeso mentre
succhia il nettare
dei fiori e sa
muoversi
all’indietro. Pur
ispirando tenerezza,
è di carattere
aggressivo nel
difendere il suo
territorio, a causa
non solo della
presenza di
individui della
stessa specie ma
anche della scarsità
delle risorse
nutritive. È inoltre
importantissimo per
le piante, di cui
favorisce
l’impollinazione’.
Questa lunga
definizione ENTRA
nel romanzo. Se un
essere umano è
capace di muoversi
velocemente per
vincere i
cambiamenti della
vita, per lui ci
sarà solo fermezza e
tranquillità. Un
concetto estremo ma
che viene ben
rappresentato dal
romanzo. Tutto il
suo mondo ruota: i
Genitori, i
Fratelli, la Moglie
e l’amata, la Figlia
e la Nipote, il
lavoro e la
carriera. Poi
ancora: il tennis
perché è il suo
sport, il gioco
d’azzardo, le
malattie, le morti
nella vita e le
nuove vite. Ecco uno
spaccato di
esistenza
quotidiana, dove in
parte ci
rispecchiamo, in
maniera simbolica.
Occorre la velocità
di un colibrì per
passare indenni
nelle traversie
della vita. Premio
Strega 2020.
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