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Opinioni sul libro: Il signore delle mosche



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domenica 20 ottobre 2024 22:10  Carlo M.
Qualche volta è opportuno riprendere gli scrittori che hanno vinto il premio Nobel nei tempi moderni. Nel 1983 fu assegnato a questo scrittore, il Nobel per la letteratura con la citazione: …per i suoi romanzi che, con l’acume di un’arte narrativa realistica e la diversità e universalità del mito, illuminano la condizione umana nel mondo odierno”. ‘Il Signore delle mosche’ del 1954 fu il libro di grande successo dello scrittore inglese William Golding. La storia è semplice: un gruppo di ragazzi si ritrovano in un’isola deserta, dopo la caduta del loro aereo e il loro imprevedibile salvataggio. Una specie di Robinson Crusoe multiplo o un Cast Away sociale. Mentre per la persona singola, il sopravvivere è frutto di una disciplina e organizzazione personale, nel ‘Signore delle mosche’, il sopravvivere in tanti, deve trovare equilibrio nell’ organizzazione di una società, nella disciplina e nella capacità di attenzione all’altro. Ma in un mondo senza adulti e solo con bambini con nessuna esperienza, è possibile questo? Già dal titolo c’è un’allusione a Satana, mentre la realtà incombe sull’isola. Gli aspetti più repressi e selvaggi della natura umana vengono messi a nudo e ne nasce una visione negativa dello stare insieme. Quasi fosse un’ utopia impossibile lo stare insieme: paure irrazionali, gelosie, clan, prima noi.., esclusioni, ricatti: tutto è deteriorabile alla luce degli egoismi. Quanta modernità in quelle intuizioni! Rileggerlo oggi, troviamo molto del presente nei comportamenti asociali di quel vivere.

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